L'Ottocento dell'alfabeto italiano
Nell’Ottocento le capacità di leggere, scrivere e far di conto si diffusero come mai prima e in Italia l’alfabeto finì per essere proposto, attraverso la scuola, come cemento dell’unificazione nazionale. Non furono solo gli sforzi di intellettuali e autorità illuminate a portare sempre più bambini sui banchi: scuola, alfabeto e nazione si saldarono al calore del conflitto fra progetti di riforma e resistenze di ogni sorta, mentre tecnologia e mercato si adattavano dando forma a nuove didattiche, preparando e assecondando nuovi lettori. La professione degli insegnanti elementari prese forma nell’arco di un secolo e li proiettò nel vivo di aspri confronti. L’istituzione scolastica affermò la sua autorità mostrandosi depositaria di saperi fondamentali che la vita fuori dalle aule non bastava a fornire. L’analfabetismo divenne, così, un tratto patologico delle periferie della nazione e gli analfabeti un oggetto di attenzione sociale.
Vincenzo Schirripa è ricercatore in Storia dell’educazione presso l’università Lumsa, a Roma e a Palermo. Si è occupato di storia dello scautismo, di educazione attiva e di pedagogia civile nel Novecento italiano. Tra le sue ultime pubblicazioni: Contro gli euromissili. Pacifisti a Comiso, 1981-1983 (Edizioni dell’asino, 2016); Borgo di Dio: la Sicilia di Danilo Dolci (1952-1956) (FrancoAngeli, 2010). Con Pasquale Triulcio ha curato Un paese da fare. Il cantiere dell’unità (Aracne, 2011).
- Autore
- Vincenzo Schirripa
- Titolo
- L'Ottocento dell'alfabeto italiano
- Sottotitolo
- Maestri, scuole e saperi
- Marchio editoriale
- Els La Scuola
- Pagine
- 176
- Collana
- Saggi
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2018