Morte e sopravvivenza
Pubblicato postumo nel 1933, Morte e sopravvivenza è divenuto un classico. Il fenomeno di rimozione della morte, evidente per Scheler nella modernità, ci sorprende anche oggi: ve ne è una naturale coscienza che pare contraddetta dalla sua continua negazione. I due termini, qui apparentemente contrapposti, mostrano invece il loro intimo legame. Solo attraverso un ripensamento della morte – che per Scheler è un compito etico – si può dare nuovo senso alla nostra vita, il senso della sua sopravvivenza: afferrare insieme la nostra finitezza e lo slancio verso la trascendenza. Non si intende dimostrare l’esistenza dell'aldilà, ma quell’eccedenza della persona che si dischiude nell’esperienza del morire, quale ultimo atto di vita che caratterizza la libertà e l’anelito spirituale della persona. Una filosofia della morte da cui emerge il nucleo essenziale della stessa antropologia scheleriana, che porta alla luce la struttura ontologica fondamentale dell’uomo.
MAX SCHELER (1874-1928) è stato tra i maggiori esponenti della fenomenologia. Presso Morcelliana ricordiamo: Ordo amoris, a cura di E. Simonotti (2008); Amore e conoscenza, a cura di E. Simonotti (2009); Politica e morale, a cura di L. Allodi (2011). Nel catalogo Scholé: Idealismo-realismo, a cura di G. Mancuso (2018).
- Autore
- Max Scheler
- Titolo
- Morte e sopravvivenza
- A cura di
- Edoardo Simonotti
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 160
- Collana
- Pellicano Rosso
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- O
- Anno di pubblicazione
- 2022
- Numero di edizione
- 2
- Prima edizione
- 2012