Anselmo d'Aosta
L’intento più profondo dell’Epistola ai Romani (1922) poneva Barth di fronte a problemi irrisolti: se parliamo di Dio non vogliamo esprimere le nostre soggettive esigenze, ma cogliere la realtà oggettiva dei rapporti tra l’uomo e la divinità, donde deriva a noi la possibilità di conoscere questa dimensione oggettiva? In altri termini: come è possibile, come avviene che Dio, il «totalmente Altro», ci doni, assieme alla sua salvezza, la possibilità di conoscerla? Di qui nasce per Barth l’esigenza di andare oltre il richiamo profetico e polemico della sua prima grande opera, per impegnarsi in un lavoro paziente che in primo luogo approfondisse le basi su cui poggiava la rivoluzione teologica appena compiuta, e in secondo luogo, su tali basi, tentasse un’opera di rifondazione della teologia. Il commentario alla prova anselmiana dell’esistenza di Dio, Fides quaerens intellectum (1931) è la presa di consapevolezza definitiva di tale compito e prepara l’inizio della monumentale Dogmatica ecclesiale, i cui volumi cominciano a uscire dal 1932. Ma il libro di Barth ha un valore non solo teologico: rappresenta infatti una delle più originali interpretazioni di Anselmo, tanto da essere ormai un classico della filosofia del Novecento.
KARL BARTH (1886-1968) è stato il maggior teologo del Novecento. Tra le sue opere tradotte da Morcelliana ricordiamo: Dio e il niente (2000 3ed.); Filosofia e teologia (2010); Ultime testimonianze (2015) Sommario
- Autore
- Karl Barth
- Titolo
- Anselmo d'Aosta
- Sottotitolo
- Fides quaerens intellectum
- A cura di
- Marco Vergottini
- Marchio editoriale
- Morcelliana
- Pagine
- 256
- Collana
- Filosofia della religione
- CategoriaEditore
- V
- CodiceStatoDisp
- D
- Anno di pubblicazione
- 2020
- Numero di edizione
- 2
- Prima edizione
- 2001